29 luglio 2013

Manifesto per l’amnistia sociale


Manifesto per l’amnistia sociale

 


Tratto da: http://www.osservatoriorepressione.org/

Negli ultimi mesi, fra alcune realtà sociali, politiche e di movimento, ma anche singoli attivisti e avvocati, è nato un dibattito sulla necessità di lanciare una campagna politica sull’amnistia sociale e per l’abrogazione di quell’insieme di norme che connotano l’intero ordinamento giuridico italiano e costituiscono un vero e proprio arsenale repressivo e autoritario dispiegato contro i movimenti più avanzati della società.
Da tempo l’Osservatorio sulla repressione ha iniziato a effettuare un censimento sulle denunce penali contro militanti politici e attivisti di lotte sociali. Ora abbiamo la necessità, per costruire la campagna, di un quadro quanto più possibile completo, che porterà alla creazione di un database consultabile on-line. Ad oggi sono state censite 17 mila denunce.

Il nuovo clima di effervescenza sociale degli ultimi anni, che non ha coinvolto solo i tradizionali settori dell’attivismo politico più radicale ma anche ampie realtà popolari, ha portato a una pesante rappresaglia repressiva, come già era accaduto nei precedenti cicli di lotte. Migliaia di persone che si trovavano a combattere con la mancanza di case, la disoccupazione, l’assenza di adeguate strutture sanitarie, la decadenza della scuola, il peggioramento delle condizioni di lavoro, il saccheggio e la devastazione di interi territori in nome del profitto, sono state sottoposte a procedimenti penali o colpite da misure di polizia. Così come sono stati condannati e denunciati militanti politici che hanno partecipato alle mobilitazioni di Napoli e Genova 2001 e alle manifestazioni del 14 dicembre 2010 e del 15 ottobre 2011 a Roma.

Il conflitto sociale viene ridotto a mera questione di ordine pubblico. Cittadini e militanti che lottano contro le discariche, le basi militari, le grandi opere di ferro e di cemento, come terremotati, pastori, disoccupati, studenti, lavoratori, sindacalisti, occupanti di case, si trovano a fare i conti con pestaggi, denunce e schedature di massa. Un “dispositivo” di governo che è stato portato all’estremo con l’occupazione militare della Val di Susa. Una delle conseguenze di questa gestione dell’ordine pubblico, applicato non solo alle lotte sociali ma anche ai comportamenti devianti, è il sovraffollamento delle carceri, additate anche dalla comunità internazionale come luoghi di afflizione dove i detenuti vivono privi delle più elementari garanzie civili e umane. Ad esse si affiancano i CIE, dove sono recluse persone private della libertà e di ogni diritto solo perché senza lavoro o permesso di permanenza in quanto migranti, e gli OPG, gli ospedali di reclusione psichiatrica più volte destinati alla chiusura, che rimangono a baluardo della volontà istituzionale di esclusione totale e emarginazione dei soggetti sociali più deboli.

Sempre più spesso dunque i magistrati dalle aule dei tribunali italiani motivano le loro accuse sulla base della pericolosità sociale dell’individuo che protesta: un diverso, un disadattato, un ribelle, a cui di volta in volta si applicano misure giuridiche straordinarie. Accentuando la funzione repressivo-preventiva (fogli di via, domicilio coatto, DASPO), oppure sospendendo alcuni principi di garanzia (leggi di emergenza), fino a prevederne l’annichilimento attraverso la negazione di diritti inderogabili. È ciò che alcuni giuristi denunciano come spostamento, sul piano del diritto penale, da un sistema giuridico basato sui diritti della persona a un sistema fondato prevalentemente sulla ragion di Stato. Una situazione che nella attuale crisi di legittimazione del sistema politico e di logoramento degli istituti di democrazia rappresentativa rischia di aggravarsi drasticamente.
Non è quindi un caso che dal 2001 a oggi, con l’avanzare della crisi economica e l’aumento delle lotte, si contano 11 sentenze definitive per i reati di devastazione e saccheggio, compresa quella per i fatti di Genova 2001, a cui vanno aggiunte 7 persone condannate in primo grado a 6 anni di reclusione per i fatti accaduti il 15 ottobre 2011 a Roma, mentre per la stessa manifestazione altre 18 sono ora imputate ed è in corso il processo.

Le lotte sociali hanno sempre marciato su un crinale sottile che anticipa legalità future urtando quelle presenti. Le organizzazioni della classe operaia, i movimenti sociali e i gruppi rivoluzionari hanno storicamente fatto ricorso alle campagne per l’amnistia per tutelare le proprie battaglie, salvaguardare i propri militanti, le proprie componenti sociali. Oggi sollevare il problema politico della legittimità delle lotte, anche nelle loro forme di resistenza, condurre una battaglia per la difesa e l’allargamento degli spazi di agibilità politica, può contribuire a sviluppare la solidarietà fra le varie lotte, a costruire la garanzia che possano riprodursi in futuro. Le amnistie sono un corollario del diritto di resistenza. Lanciare una campagna per l’amnistia sociale vuole dire salvaguardare l’azione collettiva e rilanciare una teoria della trasformazione, dove il conflitto, l’azione dal basso, anche nelle sue forme di rottura, di opposizione più dura, riveste una valenza positiva quale forza motrice del cambiamento.
Nel pensiero giuridico le amnistie hanno rappresentato un mezzo per affrontare gli attriti e sanare le fratture tra costituzione legale e costituzione materiale, tra la fissità e il ritardo della prima e l’instabilità e il movimento della seconda. Sono servite a ridurre la discordanza di tempi tra conservazione istituzionale e inevitabile trasformazione della società incidendo sulle politiche penali e rappresentando momenti decisivi nel processo d’aggiornamento del diritto. È stato così per oltre un secolo, ma in Italia le ultime amnistie politiche risalgono al 1968 e al 1970.
Aprire un percorso di lotta e una vertenza per l’amnistia sociale – che copra reati, denunce e condanne utilizzati per reprimere lotte sociali, manifestazioni, battaglie sui territori, scontri di piazza – e per un indulto che incida anche su altre tipologie di reato, associativi per esempio, può contribuire a mettere in discussione la legittimità dell’arsenale emergenziale e fungere da vettore per un percorso verso una amnistia generale slegata da quegli atteggiamenti compassionevoli e paternalisti che muovono le campagne delegate agli specialisti dell’assistenzialismo carcerario, all’associazionismo di settore, agli imprenditori della politica. Riportando l’attenzione dei movimenti verso l’esercizio di una critica radicale della società penale che preveda anche l’abolizione dell’ergastolo e della tortura dell’art. 41 bis.
Chiediamo a tutti e tutte i singoli, le realtà sociali e politiche l’adesione a questo manifesto, per iniziare un percorso comune per l’avvio della campagna per l’amnistia sociale.
A coloro che hanno a disposizione dati per il censimento chiediamo di compilare
la scheda che può anche essere scaricata dal sito www.osservatoriorepressione.org
Schede e adesioni vanno inviate a: osservatorio.repressione@hotmail.it
Puoi scaricare la scheda qui scheda qui

Qui sotto le condivisioni pervenute fino al 25 luglio 2013 ore 9
Chi è su facebook la può trovare cliccando qui cliccando qui
Adesioni collettive
ACAD, Associazione contro abusi in divisa onlus
Acoustic Impact, gruppo musicale
Action Diritti in Movimento
Assalti Frontali, gruppo musicale
Assemblea Aversana per l’Autonomia
Associazione Senzaconfine, Roma
Associazione Solidarietà Proletaria (ASP)
ATTAC Italia
Azione antifascista Teramo
Banda Bassotti, gruppo musicale
Banda Jorona, gruppo musicale
Baracca Sound, gruppo musicale
Blocchi Precari Metropolitani, Roma
Centro sociale 28 maggio, Rovato (BS)
Circolo Che Guevara PRC
COBAS PT  CUB
Coordinamento regionale dei Comitati NoMuos
Comitato Amici e Familiari Davide Rosci
Comitato Antirazzista COBAs - Palermo
Comitato di Quartiere Torbellamonaca, Roma
Comitato Pace di Robassomero (TO)
Comitato Piazza Carlo Giuliani, Genova
Communia, Spazio di mutuo soccorso, Roma
Confederazione dei Comitati di Base (COBAS)
Confederazione COBAS Perugia
Confederazione COBAS Pisa
Confederazione COBAS Terni
Consiglio Metropolitano di Roma
Coordinamento Regionale USB Umbria
CPOA Rialzo, Cosenza
CSA Depistaggio, Benevento
CSA Germinal Cimarelli, Terni
CSA Jan Assen (ex Asilo politico), Salerno
CSOA Angelina Cartella, Reggio Calabria
Fuori binario, giornale di Strada dei Senza Dimora di Firenze
Ginko (Villa Ada Posse) & Shanty Band, gruppo musicale
ISM – Italia
Ital Noiz Dub System, gruppo musicale
L@p Asilo 31- Laboratorio per l’Autorganizzazione Popolare Asilo 31, Benevento
Lavoratori Autorganizzati Ministero dell’Economia e delle Finanze
Legal Team Italia
Liberi dall’ergastolo
LOA Acrobax, Roma
Madri per Roma città aperta
Movimento No Tav
Movimento No Tem
Occupazioni Precari Studenti OPS area Castelli romani
Officina Rebelde Castell’Umberto (ME)
Oltremedia news
Osservatorio sulla repressione
Radici nel cemento, gruppo musicale
Radio Maroon, gruppo musicale
RAT – Rete Antifascista Ternana
Redgoldgreen, gruppo musicale
Rete Antirazzista Catanese
Rete Bresciana Antifascista
Rete 28 aprile Fiom - opposizione Cgil
Riscossa proletaria per il comunismo, Torino
Sindacato Lavoratori in Lotta (SLL)
Spazio Popolare Occupato S. Ermete, Pisa
Terradunione, gruppo musicale
Tribù Acustica, gruppo musicale
Unione Sindacale di Base (USB)
USB Bergamo
Wu Ming - scrittori
99 Posse, gruppo musicale
Adesioni individuali:

Alessandro Dal Lago - Università di Genova
Alessandra Magrini (AttriceContro), Roma
Alessia Montuori, Roma
Alfredo Tradardi, coordinatore ISM – Italia
Alfonso Di Stefano Comitato di base NoMuos/NoSigonella (Ct)
Alfonso Perrotta, Roma
Andrea Bitonto
Anna Balderi, Ladispoli
Antonino Campenni, ricercatore Università della Calabria
Antonio Musella, giornalista, Napoli
Assia Petricelli
Beppe Corioni
Bianca «la Jorona» Giovannini, musicista
Carlo Bachschmidt, consulente tecnico processi G8
Carlo Pellegrino, medico chirurgo
Carlo Tompetrini
Caterina Calia, avvocato, Roma
Cesare Antetomaso, Giuristi Democratici
Checchino Antonini, giornalista di Liberazione
Chiara Morello, educatore professionale
Claudia Urzi, insegnante
Claudio Dionesalvi, insegnante
Claudio Guidotti, Roma
Claudio Infantino, insegnante
Cosimo Maio, Benevento
Cristiano Armati, scrittore
Cristiano Carloni, studente, Università di Urbino
Cristina Povoledo, Roma
Daniela Frascati, scrittrice
Daniela Pantaloni, Comitato pace Robassomero (TO)
Daniele Catalano
Daniele Sepe, musicista
Danilo Bianconi, Roma
Dario Rossi, avvocato, Genova.
Davide Rosci, detenuto per i fatti del 15 ottobre 2011
Davide Steccanella, avvocato, Milano
Demetrio Conte, Counselor ed educatore, Milano
Don Vitaliano Della Sala, parroco
Donatella Quattrone, blogger
Egle Piccinini, Asti
Elena Giuliani, sorella di Carlo Giuliani
Emanuela Donat Cattin, Milano
Emidia Papi, USB
Enrico Contenti, ISM-Italia
Enrico Di Cola
Enrico Triaca, Roma, torturato dallo Stato nel 1978 e condannato per calunnia alle “forze dell’ordine”
Ermanno Gallo, scrittore, cittadino
Erri De Luca, scrittore
Fabio Giovannini, scrittore e autore televisivo
Federico Mariani, Roma
Federico Micali
Francesca Panarese, Benevento
Francesco Barilli, coordinatore reti-invisibili.net
Francesco Caruso, ricercatore Università della Calabria
Francesco Romeo, avvocato, Roma
Franco Coppoli, COBAS Terni
Franca Gareffa, Dipartimento sociologia Università della Calabria
Franco Piperno, docente di Fisica, Università della Calabria
Fulvia Alberti, regista
Gabriella Grasso, Milano
Gennaro Massimino, infermiere, COBAS Sanità Università e Ricerca
Gianni Piazza, ricercatore universitario
Gianpiero Bonvicino - Coordinatore PRC valli Brembana e Imagna
Gigi Malabarba
Gilberto Pagani, avvocato, presidente Legal Team Italia
Giorgia Listì, Palermo
Giovanni Russo Spena, responsabile giustizia PRC
Giulia Inverardi, scrittrice
Giulio Bass, musicista
Giulio Laurenti, scrittore
Giuseppina Massaiu, avvocato, Roma
Gualtiero Alunni, portavoce Comitato No Corridoio Roma-Latina
Guido Lutrario, USB, Roma
Haidi Gaggio Giuliani, Comitato Piazza Carlo Giuliani
Italo Di Sabato, Osservatorio sulla repressione
Laura Donati
Lello Voce, poeta
Letizia Romeo, Lucca
Livia Fenaroli
Lorenzo Guadagnucci, giornalista, Comitato Verità e Giustizia per Genova
Luca Fontana, segretario circolo PRC Che Guevara
Luciano Muhlbauer
Ludovica Formoso, praticante avvocato, Roma
Luigi Brambillaschi, Melzo (MI)
Luigi Fucchi, coordinamento regionale USB Umbria
Luigia Pasi, Milano
Luisella Consumi, RSU Università degli studi di Firenze
Manlio Calafrocampano, musicista
Marco Arturi, Rete 28 Aprile, Torino
Marco Bersani, Attac Italia
Marco Calabria, giornalista
Marco Clementi, storico
Marco Di Renzo, Roma
Marco Rovelli, scrittore e musicista
Marco Spezia, Tecnico della sicurezza su lavoro, Sarzana (SP)
Mario Battisti, Roma
Mario Pontillo, responsabile carceri PRC
Martina Grifoni, Narni
Massimo Carlotto, scrittore
Massimo Lo Sciuto, operaio informatico
Matteo Squadrani, studente, Università di Urbino.
Mattia Pellegrini, artista
Mauro Gentile, detenuto politico per gli scontri del 15 ottobre 2011
Mc Shark, Terradunione, musicista
Michele Baronio, attore
Michele Capuano, regista-scrittore
Mingo Fante, brigante, Torricella Peligna (CH)
Mino Massimei, Presidente Circolo ARCI Montefortino 93, Artena (RM)
Miriam Marino, scrittrice, Rete ECO, AMLRP
Nando Grassi, insegnante, Palermo
Nicoletta Crocella, responsabile edizioni Stelle Cadenti
Nunzio D’Erme, Roma
Paolo Caputo, ricercatore Università della Calabria
Paolo Di Vetta, Blocchi Precari Metropolitani
Paolo Persichetti, insorgenze.wordpress.com
Paolo “Pesce” Nanna, comico periferico
Paola Staccioli, Osservatorio sulla repressione
Pasquale Vilardo, avvocato, Roma
Pietro Saitta, ricercatore in Sociologia, Università di Messina
Pino Cacucci, scrittore
Rasta Blanco, musicista
Renato Rizzo, segreteria romana Unione Inquilini
Roberto Colarullo, Comitato pace Robassomero (TO)
Roberto Ferrucci, scrittore
Roberto Giardelli
Roberto Vassallo, Direttivo CGIL Milano, RSU FIOM Almaviva Milano
Rodolfo Graziani, Terni
Ruggero D’Alessandro, Lugano Breganzona, Svizzera
Salvatore Palidda, Università di Genova
Serge Gaggiotti (Rossomalpelo), cantautore
Sergio Bellavita, portavoce nazionale Rete 28 aprile Fiom
Sergio Bianchi, casa editrice DeriveApprodi
Sergio Riccardi, Roma
Silvia Baraldini, Roma
Silvio Arcolesse, Campobasso
Simonetta Crisci, avvocato, Roma
Stefano Ciccantelli (coordinatore circolo SEL Pineto (TE)
Stefano Poloni, Milano
Stefano Ulliana, insegnante scuola pubblica, Codroipo (UD)
Tamara Bartolini, attrice
Tatiana Montella, avvocato
Tiziano Loreti, Bologna
Valentina Bucci, libraia, Ancona
Valentina Perniciaro, blogger baruda.net
Valerio Evangelisti, scrittore, Bologna
Valerio Mastandrea, attore
Valerio Monteventi, Bologna
Vincenzo Brandi, ingegnere, ISM-Italia
Vincenzo Miliucci, COBAS, Roma
Vittorio Agnoletto
Wsw Wufer, musicista

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